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La gestione dei rifiuti in cantiere secondo gli architetti

Gestione rifiuti nei cantieri: parliamo di responsabilità, sistri e legge sui reati ambientali. Tutto nel nostro articolo.

Quali sono i tipi di rifiuti e come si smaltiscono?

In edilizia, vengono prodotti rifiuti di vario genere come materiali da scavo, materiali misti da costruzione e demolizione, materiali bituminosi. Questi prima erano “recuperabili” con procedure molto semplici, alcuni erano smaltiti persino in cantiere. Già con la legge 152/2006, quando si demolisce un edificio o comunque si producono dei rifiuti, questi vanno portati in discarica e non riutilizzati per nessun motivo.

Questi, infatti, sono da considerarsi rifiuti da demolizione perché non omogenei fra loro (può esserci di tutto al loro interno) e vanno portati in impianti di frantumazione e smaltimento, fuori dal cantiere edile. Possono essere riutilizzati se e solo se rispettano i requisiti previsti dalla circolare n.5205 del 2005 del Ministero dell’Ambiente. Il deposito in cantiere di questa tipologia di rifiuti, quindi, è soltanto temporaneo con limiti temporali e quantitativi dettati dalla circolare su citata.

Quando, invece, un materiale deriva da un processo produttivo (che avviene in cantiere) questo è considerato sottoprodotto e quindi smaltito secondo altre regole. Anche se, comunque, i materiali da costruzione sono comunque destinati “all’abbandono” e difficilmente possono essere riutilizzati.

Per le terre e rocce da scavo, invece, la storia è molto diversa: se si spande al suolo la risultante di un livellamento del terreno in un cantiere edile, l’attività è classificata come attività di smaltimento illecito di rifiuti derivanti da una lavorazione. Qui le sanzioni si fanno pesanti e coinvolgono tutti, architetto compreso.

Gestione dei rifiuti in cantiere: la posizione dell’architetto

Se parliamo di sicurezza nei cantieri, la figura dell’architetto corrisponde talvolta a quello del coordinatore della sicurezza in fase di esecuzione. Questa figura professionale viene disciplinata dall’articolo 98 del decreto legge 81/2008 in termini di mansioni e di responsabilità. Questo deve stare al documento del piano di sicurezza redatto in fase di progettazione rispetto all’analisi dei rischi generati dai rifiuti prodotti nel cantiere, in riferimento anche agli addetti ai lavori e all’ambiente circostante; decide le zone di riferimento dove depositare le attrezzature e lo stoccaggio di materiali e rifiuti.

Terra e rocce da scavo: come si smaltiscono?

La fine del 2017 ha visto cambiare molto la legislazione che regolamenta lo smaltimento dei rifiuti in cantiere. In particolare, i cambiamenti riguardano le autorizzazioni preventive per lo smaltimento di rocce da scavo e terre provenienti dai cantieri edili che prima la legge imponeva. Le nuove disposizioni in materia predispongono un modello di controllo e l’autocertificazione dei sottoprodotti (ti abbiamo spiegato prima di cosa si tratta).

La semplificazione della gestione delle terre e rocce da scavo viene regolamentata dal DPR 120/2017 che decreta l’uso dei sottoprodotti nei cantieri attraverso l’uso di norme che cambiano a seconda della dimensione del cantiere.

Per i grandi cantieri il regolamento prevede che le terre e le rocce da scavo, per essere considerati sottoprodotti, non devono più attendere l’approvazione del piano di utilizzo da parte dell’autorità ma basterà attendere 90 giorni dalla presentazione di tale piano e poi potrà procedere con l’utilizzo del materiale secondo quanto indicato nel documento. Anche le successive modifiche al piano di utilizzo non devono più essere approvate preventivamente. E se si deve prorogare il piano? Basta una comunicazione al comune e l’agenzia di protezione ambientale. Non solo, anche l’obbligo di comunicazione all’autorità di ogni trasporto riguardante terre e rocce da scavo viene eliminato.

Dove devono essere depositate le terre e le rocce da scavo, secondo la legge? Intanto viene differenziato il sottoprodotto “terre e rocce da scavo” da quelle considerate rifiuti rispetto al loro utilizzo.

Insomma, invece di attendere i controlli imposti dalla legge, oggi la routine di controllo prevede che le imprese possano rivolgersi alle agenzie ambientali per le verifiche istruttorie e tecniche. Si risparmierà tempo e tanto altro ancora. Le attività di analisi sono previste in circa 60 giorni e svolte dalle agenzie per la protezione ambientale.

Gestione rifiuti nei cantieri: Sistri e DM 78/2016

Innanzitutto, definiamo che cos’è il Sistri e capiamo cosa centra con la gestione rifiuti nei cantieri.

Il Sistri è il sistema elettronico per la tracciabilità dei rifiuti (nei cantieri, ma non solo). L’introduzione di questo strumento cambia tanto la gestione rifiuti nei cantieri e le attività di manutenzione e smaltimento ad esse legate. Vediamo come!

Da un lato, il decreto ministeriale 78/2016 non introduce grosse novità per la gestione rifiuti nei cantieri ma conferma quasi tutto quello che, nella materia, è già stato deciso come norme, procedure e regole. Dall’altro lato, il DM 78/2016 procede con una semplificazione ed uno snellimento delle procedure relative alla gestione rifiuti nei cantieri.

Il Sistri, infatti, elimina di fatto il DM 52/2011 e conferma l’obbligo di iscrizione al portale tutti i soggetti indicati dal DLGS 152/2006 e dal DM 24/2014. Questi comprendono i produttori iniziali e i trasportatori, compresi quelli di rifiuti pericolosi. Quali i cantieri devono essere iscritti alla piattaforma per norma di legge? Quelli con più di 10 dipendenti e quelli che producono rifiuti pericolosi per persone ed ambiente. Se i rifiuti sono prodotti da attività di manutenzione, poi, deve essere compilata la scheda Sistri dal delegato della sede legale del soggetto privato o pubblico oppure da chi si occupa di rappresentare sul territorio l’attività. Quando si tratta di attività di manutenzione che producono rifiuti pericolosi, poi, ogni “movimento” di questi ultimi deve essere accompagnato dalla scheda sistri – area movimentazione” e compilata da chi ha effettuato la manutenzione.

Nel frattempo che si attende l’adeguamento tecnologico previsto dal DM 78/2016, cosa succede? Oltre all’iscrizione e all’utilizzo del sistema Sistri, i registri e la documentazione cartacea continueranno ad essere utilizzati insieme a chiavette usb, schede, le black box, le chiavi ed il collegamento online della piattaforma.

Gestione rifiuti nei cantieri: il nuovo DPR 120/2017

Questo decreto regola in particolare la gestione delle terre e delle rocce da scavo. Si parla, come dicevamo prima, di grandi cantieri ma i piccoli non sono ancora stati disciplinati ma, indipendentemente dalla grandezza del cantiere preso in considerazione, oggi si fa riferimento a questo DPR per la classificazione delle terre e delle rocce da scavo.

Le terre e le rocce da scavo, infatti, per essere classificate come sottoprodotti devono:

  • generate durante la realizzazione di una nuova costruzione di cui sono parte integrante
  • il loro uso deve essere conforme a quello dichiarato nel piano di utilizzo
  • devono essere utilizzabili “così come sono” ovvero non devono subire altri trattamenti
  • devono essere conformi ai requisiti di qualità ambientale prevista dalla legge.

Bisogna sicuramente dichiarare il cosiddetto deposito intermedio ed il trasporto attraverso la piattaforma Sirti e corrispondere la dichiarazione di avvenuto utilizzo con un attestato da parte dell’autorità competente.

Il DPR regolamenta poi tutta una serie di aree come l’esclusione, la non contaminazione, i siti oggetto di bonifica nei vari allegati. Qui la legge completa:

Gestione dei rifiuti, terre e rocce da scavo nei cantieri

La gestione dei rifiuti ha un ruolo fondamentale nella nostra vita privata, figuriamoci quanto conti nella gestione di un cantiere edile. Oltre a tutto quello che ci siamo già detti, infatti, ci sono molte regole relative alla gestione dei rifiuti e alla legge per la tutela ambientale da conoscere. Un corso online di aggiornamento come quello che puoi trovare qui (Gestione dei rifiuti, terre e rocce da scavo nei cantieri) ti permette di acquisire 8 crediti formativi professionali per architetti rilasciati dal CNAPPC e conoscere tutto quello che la legge 68/2015 introduce sui reati penali legati alla gestione dei rifiuti in cantiere.

Insomma, impara grazie al corso online sulla gestione dei rifiuti in cantiere a gestire i depositi temporanei di rifiuti (comprensivo della parte amministrativa di formulari, registri di carico e scarico), a conoscere la piattaforma Sistri ed il suo funzionamento e a condurre operazioni amministrative relative ad un sito contaminato.

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