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La diagnosi energetica e l’obbligo per gli architetti

Diagnosi energetica o audit: scopri che cos’è, i principali passaggi da seguire e la normativa di riferimento.

Che cos’è la diagnosi energetica?

Cominciamo dalle basi ovvero cercando di capire che cos’è la diagnosi energetica e come si fa. La diagnosi energetica non è altro che l’insieme di indagini che si compiono per valutare dove e come viene consumata l’energia relativa ad un immobile. La diagnosi energetica la conosci (sicuramente) anche come audit che valuta effettivamente quanta energia viene consumata mentre si riscalda la casa o si rinfresca, quanto consuma illuminare gli ambienti e quanto, invece, costa il funzionamento degli elettrodomestici utilizzati all’interno dell’immobile stesso.

Quando si parla di diagnosi energetica si parla di un più ampio progetto di riqualificazione energetica (ne abbiamo parlato qui). L’audit serve proprio per “ascoltare” le esigenze energetiche dell’immobile che si analizza e che si vuole riqualificare e, quindi, migliorare sotto questo profilo. Quando avrai l’occasione di effettuare una valutazione energetica di un immobile, dovrai sapere che da te ci si aspettano due cose: professionalità nel redigere il documento di diagnosi energetica e la valutazione dell’investimento economico che il proprietario “di casa” effettua per migliorare la salute del fabbricato. Siamo stati chiari?

Ovviamente una diagnosi energetica non basta per migliorare la salute dell’immobile perché i fattori da prendere in considerazione

Diagnosi energetica: come si svolge?

Intanto, la diagnosi energetica viene effettuata secondo due norme tecniche: la CEI UNI TR 11428:2011 sulla gestione e diagnosi energetica e la CEI UNI EN 16247 – 2:2015 per la gestione energetica degli edifici.

Si comincia dai consumi storici: si elaborano i dati dei consumi energetici proveniente dalle (famigerate) bollette e si analizza il contratto di fornitura. Non solo, dopo si procede con una diagnosi vera e propria con gli “strumenti del mestiere”: la termocamera, per esempio, permette di analizzare a fondo l’immobile. Passo successivo è l’analisi via software: l’audit dell’immobile viene effettuato con una simulazione computerizzata della situazione energetica ed anche una modellizzazione 3D dell’edificio e degli impianti energetici in esso contenuti.

L’analisi energetica si svolge sul luogo perché c’è bisogno di misurare diversi parametri come le misure ambiente-benessere, misure d’involucro, misure sull’impiano e quelle climatiche esterne.

Queste verranno implementate in un progetto digitale con uno dei software di simulazione dinamica che servono proprio per calcolare ottimamente flussi energetici ed il fabbisogno di energia dell’edificio.

Una volta individuati i fattori che possono “aggiustare” i consumi energetici e calcolato l’indice di prestazione energetica (presunto) si procede con un inventario energetico dei dati e la diagnosi vera e propria con il calcolo di tutte le variabili (vedi qualche riga fa cosa sostenevamo). Questo serve a cercare di aggiustare il tiro delle numerose variabili che possono concorrere al miglioramento energetico dell’edificio in esame. Dopo i calcoli tecnici, si procede ad uno studio di fattibilità tecnico-economico che servirà a capire cosa si può fare, in quanto tempo e a quale costo.

La diagnosi energetica deve essere fatta secondo le indicazioni della norma UNI CEI TR 11428. Semplificando, quali sono i passi fondamentali?

  • sopralluogo e storico delle informazioni sui consumi
  • fase di elaborazione dei dati attraverso software per l’audit energetico
  • di intervento
  • fornire un quadro sintetico della situazione (interventi, costi e agevolazioni)

Chi è che effettua la diagnosi energetica?

Effettuare una diagnosi energetica o audit significa conoscere estremamente a fondo l’argomento ed il settore energetico oltre ad un’ampia e profonda padronanza degli impianti e della struttura degli edifici.

La diagnosi energetica può essere effettuata – secondo il Mise – da E.S.Co. (Energy Service Company), EGE (esperto in gestione dell’energia) e da auditor energetici certificati. Se si tratta del miglioramento energetico, anche il tecnico professionista può esercitare la diagnosi a patto che rientri nella norma UNI CEI EN 16247.

Diagnosi energetica negli edifici storici

Conservazione e sostenibilità ambientale sono fondamentali argomenti quando si tratta di fare una diagnosi energetica ad una classe un po’ particolare di immobili, gli edifici storici.

La diagnostica energetica degli edifici storici ha strumenti, metodi e prassi operative ben definite. Queste vanno studiate a fondo perché differiscono davvero tanto dal più classico audit energetico di un immobile “qualunque”. Gli edifici storici sono infatti “risorse non rinnovabili” ed in quanto tali vanno trattati diversamente, con amore si potrebbe dire. Forse è meglio utilizzare la parola rispetto: delle norme, di quello che già esiste, di quello che è.

E come si fa? Come si può riqualificare in termini di ottimizzazione energetica uno di questi edifici? Semplice, ampliando il concetto di risanamento e di miglioramento con particolari tecniche di intervento sul patrimonio culturale e storico della nostra amata Italia.

Cosa bisogna fare quando si fa l’analisi diagnostica in campo energetico per un edificio storico? Si tenderà a proteggere le strutture esistenti e valorizzare i materiali utilizzati cercando di essere il meno invasivi possibile. I beni sottoposti a tutela (anche conosciuti come edifici non modificaibili) sono molto importanti e per questo vanno preservati secondo normative, tecniche e strumenti precisi anche attraverso il miglioramento della loro prestazione energetica.

Diagnosi energetica: ecco come aggiornarsi

Per poter effettuare una diagnosi energetica di un fabbricato, bisogna essere veri esperti del settore (oltre che architetti). Su questo concetto, non ci piove. Il discorso è che, per essere “veri esperti” bisogna studiare, aggiornarsi di continuo. Trovare il tempo ed il modo è sempre complicato, soprattutto se siamo professionisti e lavoriamo con le consulenze. Ora, quale sarebbe la soluzione ottimale oltre l’imposizione delle mani per infonderci la scienza dell’audit energetico?

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